5 settembre 1970 muore Jochen Rindt

Accadde Oggi 5 Settembre 1970: moriva a Monza Jochen Rindt, divenuto poi Campione del Mondo postumo 1970.

Accadde Oggi 5 Settembre 1970: moriva a Monza Jochen Rindt, divenuto poi Campione del Mondo postumo 1970.
Siamo alle qualifiche del sabato...Jochen sta per concludere un giro lanciato, quando nel frenare per immettersi nella parabolica, come da verifiche effettuate il 14 settembre, i semiassi anteriori, probabilmente prima il destro, si spezzano a causa forse di un sottodimensionamento nello spessore e non resistendo alla forte coppia frenante quindi alla torsione, vanno in pezzi. La Lotus 72 scarta verso sinistra e impatta contro il guard-rail, rimbalzando poi e piroettando fino a fermarsi, con il povero Jochen già in arresto cardiaco e con varie fratture agli arti inferiori e al bacino.


Oltretutto la Lotus finisce sotto le barriere, forse a causa di una buca scavata dai tifosi e la riota sinistro fa perno, forse sfondando parte della scocca e innescando la rotazione e le piroette. Inoltre pare che Jochen non usasse le cinture inguinali, per timore di rimanervi incastrato, in caso di incendio...tutti questi elementi, sommati tra loro, portarono alle drammatiche conseguenze.
Rindt viene rianimato infatti, ma il polso è debole...morirà poi in ambulanza poco dopo. Sarà l'unico Campione del Mondo postumo in Formula 1.
Qualcuno storcerà il nastro quando avrà letto di semiassi anteriori...ma niente di strano, in quando la Lotus 72 aveva i freni entrobordo, ovvero i dischi all'interno della scocca per portarli verso l'interno della vettura, eleminando le masse sospese sulle ruote. Per poter portare l'azione frenante dai dischi alla ruota, si utilizzavano quindi dei semiassi, che probabilmente erano molto simili a quelli posteriori. Questo a quanto pare, fu un errore di sottostima, in quanto la coppia frenante è maggiore di quella al posteriore. Chapman si difese parlando della volontà di farli in quel modo, per permettere una sorta di elasticità del pezzo...ma già da tempo Rindt (e non solo) gli aveva confessato i suoi dubbi e le paure, sull'eccessivo risicare dei materiali, per mantenere basso il peso vettura...e purtroppo la paura di Rindt non era infondata.
Ovviamente il problema ai freni non fu un errore intenzionale e Chapman merita comunque rispetto per la sua memoria.
Antonio - Motor Storiess

Commenti

  1. Mi ha colpito molto il finale del tuo articolo. Ammetto che non mi è mai capitato finora di leggere commenti che attaccano pesantemente la Lotus e Chapman per l'accaduto, ma non mi stupirebbe leggerne prima o poi.

    Purtroppo spesso il giudizio contemporaneo non ha mezze misure, o c'è chi glorifica la morte e il pericolo, oppure chi ha l'atteggiamento esattamente opposto e vorrebbe criminalizzare l'intero passato del motorsport. Purtroppo Rindt, come molti altri, è stato vittima della Formula 1 dei suoi tempi, e di una serie di cause che messe insieme hanno avuto esito fatale.

    Un saluto,
    Milly

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