lasciamo in pace Didier...con il ricordo di Nicola Materazzi e Gilles

 

Il 23 Agosto del 1987, muore in un incidente a bordo del suo offshore, Didier Pironi e voglio ricordarlo in un modo che avrei voluto fare da tempo, che è anche una sorta di sfogo, perché, come ho già raccontato nel video dedicato a Gilles, spesso appunto si parla a sproposito nei confronti di questo pilota e non solo in maniera irrazionale, ma anche con toni talvolta vergognosamente offensivi.

Un qualcosa che va oltre il lato sportivo, portando avanti oltretutto sempre di più, certi luoghi comuni che, appunto in questo caso assumono risvolti poco piacevoli e anzi anche sgradevoli.

Sia chiaro, soprattutto nello sport e tra i tifosi, i pareri sono leciti, legittimi e fanno parte dello sport stesso, ma una cosa sono le opinioni, il tifo e altre certe offese gratuite, oltretutto verso qualcuno che non può più difendersi.

Per questo dico…non sarebbe il caso finalmente di lasciare in pace Didier una volta per tutte? Vogliamo dare uno stop a certe polemiche eccessivamente e volutamente enfatizzate, forse solo perché alcuni “romanzi”, funzionano se tengono accesa la fiamma interna emotiva delle persone…

Partiamo col presupposto che chi scrive ha 43 anni ed è affezionato a Gilles a tal punto da avere ancora una sua foto appesa in camera, nonostante avesse solo 2 anni quando il Canadese morì.

Si, è vero che non ho avuto modo di seguirlo, se non attraverso i racconti e per questo qualcuno dirà: <<cosa ne puoi sapere se tu non c’eri?>> Beh vale anche per le molte persone che esprimono certe opinioni, su fatti visti soltanto davanti ad un televisore.

A Gilles comunque, dicevo, mi affezionai già in tenera età a tal punto da volerne sempre sapere di più e ricordo bene quando, da giovane ragazzo appassionato, venivo suggestionato da certe narrazioni, soprattutto quando si parlava di Gilles e Didier e forse, come tanti, ne seguivo un certo filo, allungato sempre di più nel tempo…ma poi ci si ferma, si riflette e si fa tesoro di quel tempo, per ascoltare e valutare meglio e razionalmente i fatti.

Chiarisco oltretutto che non sono nessuno per difendere Didier, lo so da me, non ne avrebbe neanche bisogno, ma mi permetto di dire la mia, perché ho avuto la fortuna di avere un’Illustre amico in comune, ovvero l’Ing. Nicola Materazzi, che condivideva oltretutto con Didier la passione per i libri e guarda caso scomparso proprio un anno fa, lo stesso 23 Agosto.

Materazzi era amico anche di Gilles e mi raccontava di come entrambi avessero malamente vissuto quel fattaccio; Mi raccontò di quanto Didier, fosse rimasto male nel non aver avuto tempo e possibilità di chiarire con Gilles, delle sofferenze da lui patite dopo l’incidente ad Hockenheim e le condizioni disperate della sua gamba. Di quando voleva realizzare uno scafo con il motore della Testarossa o di quando comprò una Ferrari Daytona e delle difficoltà a spingere la dura frizione (dovette per un tratto accompagnarlo lui), con la gamba in condizioni pessime, senza forza e con forti dolori.

Altrettanto però mi raccontava di quanto fosse rimasto ancor di più male Gilles dal gesto di Imola, lui che nel ’79, aveva comunque accettato serenamente ad un certo punto, di fare da gregario a Jody.

L’Ingegnere mi disse, che ad Imola l’errore secondo lui fu proprio nell’esporre quel cartello dai box, dove a suo avviso andava palesemente esposto 1-27 e 2-28, perché Gilles lo meritava e invece venne esposto quello “Slow”, che fece sentire autorizzato Didier, a lottare per mantenere la testa della corsa.

Quella corsa…una corsa…e per questo dobbiamo fermarci, respirare e valutare bene il fatto che noi, a distanza di oltre 40 anni, discutiamo a freddo di qualcosa, tranquillamente magari seduti e rilassati…ma che invece, se contestualizziamo un attimo la situazione, ci accorgiamo che non è così facile esprimere opinioni in merito.

Come diceva Forghieri, alcuni piloti, oltre ad abbassare la visiera, tirano fuori anche i canini, un eufemismo che descrive la ovvia e lecita competitività.

Spesso non ci si accorge infatti che si sta parlando di piloti, che sono lì a correre, mentre sono immersi in un ammasso infernale di lamiere, provati dalla fatica, in uno sforzo estremo a prendere decisioni dettate a volte dalla foga, dalla sana competizione che è la base del lavoro che fanno…insomma Didier, che era stato oltretutto anch’egli fondamentale nello sviluppo della macchina e che aveva raccolto poco e niente l’anno prima, in quel momento fa semplicemente il pilota, che di natura è egoista, vede una possibilità di vittoria, non riesce forse a valutare bene la situazione, probabilmente accecato dalla possibilità di vincere e senza un segnale esplicito dai box, tira avanti per la sua strada.

Avrebbe forse dovuto pensare di più? Fece un errore nel momento e con il pilota meno appropriato? Forse si, ma per noi a freddo è più facile dare una risposta.

Ci provò Didier, come ci aveva provato tante volte Gilles, che anch’egli nella sua foga a volte perdeva la testa, ma era nella sua natura…e come diceva il Drake :-”lasciatelo stare…non sarebbe lui altrimenti”.


Ma ad Imola le cose andarono diversamente ed ecco perché ho scritto, che forse l’errore, ammesso che sia possibile definirlo tale, avvenne nel modo e nel momento peggiore.

Ma cosa avvenne in quel Gran Premio?

Ad Imola la griglia di partenza era stata decimata dalla decisione dei Team Inglesi di non partecipare per protesta, per la faccenda dei rabbocchi di acqua a fine gara. Partirono quindi solo in 14 e pare ci fu, ma di questo non ho conferme, una sorta di accordo, soprattutto nel Team di Maranello e cioè che fino ad un certo punto della gara, si era liberi di battagliare e fare show, per poi calmarsi e risparmiare le delicate vetture Turbo, portandole integre fino alla bandiera a scacchi e a rendere più facile le cose per la Ferrari oltretutto, furono entrambi i ritiri delle Renault.

Gilles che dava per scontato e giustamente direi, di essere prima guida, inanellava giri veloci per poi ad un certo punto, alzare il ritmo e continuare il resto della gara, in una sorta di parata.

Quando vide Didier superarlo, pensò forse che il francese volesse continuare una sorta di battaglia per far divertire il pubblico e stette al gioco…ma come già detto si scatenò invece una vera lotta per il primo posto, conclusasi poi come sappiamo.


Gilles a fine gara era palesemente e legittimamente furioso, deluso…di certo non se lo aspettava e l’incavolatura era aggravata appunto, dal fatto che in gara, aveva dimostrato di essere più veloce di Didier e che aveva alzato il piede solo per risparmiare la macchina…ergo, era ancora più difficile quella sconfitta che aveva più il sapore di una beffa, aggravata dal sentirsi tradito da un amico oltretutto.

Ai Box Gilles esplose davanti a Didier; chi era presente ricorda il francese attonito e bianco in volto che non si aspettava una reazione simile e riuscì a quanto pare solo a dire…:-<<ma…ma è solo una gara…>>”

Già, una gara…una stramaledetta gara, ma Gilles a caldo era giustamente mortificato, anzi era incazzato nero diciamolo pure e purtroppo poi, a metterci lo zampino fu quel destino beffardo e nefasto…che non diede neanche il tempo ai due di chiarirsi.




Gilles, forse si sentì solo e non compreso neanche da Enzo Ferrari, che magari aveva cercato di calmare il Canadese, sdrammatizzando, trovandosi forse a fare da paciere come un padre tra i due figli, ma anche questo non è dato noi a sapere con precisione, perché anche se è stato scritto molto, nessuno di noi era presente durante la discussione.

Gilles per il Drake era come un figlio, gli “voleva bene”…come disse più volte lui stesso…

Gilles, come mi diceva Materazzi, non ci teneva mai ovviamente a perdere e mi raccontava della volta che lo invitò insieme agli altri, ad andare a giocare a biliardo…ma il Canadese non sapendo giocare, ma non volendo assolutamente perdere, ebbe l’idea di rinchiudersi 4 ore nella sala da solo…per imparare. Quando l’Ingegnere raccontava questo episodio, si commuoveva ancora…perché Gilles era così, viveva solo per la macchina e la competizione, a volte andando anche oltre i limiti, era nel suo DNA.

Ma il picco estremo dell’irrazionalità però a mio avviso e quello che ha scatenato in me la voglia di scrivere queste righe, lo si tocca poi quando si accusa Didier di aver contribuito alla morte di Gilles…una cosa così assurda, sciocca a tal punto da far perdere a me la razionalità e immaginare che, forse se Gilles potesse tornare, con la mentalità di saggio uomo di una certa età, sarebbe il primo magari a strigliare e tirare le orecchie, di chi scrive e dice certe cose.

E’ vero, è facile farsi influenzare emotivamente, a Gilles in tanti vogliono ancora tanto bene, ma mai come in questo caso bisognerebbe fermarsi e porsi la seguente domanda: “Ma davvero si può pensare che Didier abbia in qualche modo causato la morte di Gilles?”, così da fare un passo indietro e rendersi conto di quanto sia assurda la cosa, dandoci da soli una risposta…che poi sarebbe la stessa della domanda.


Gilles come ho già scritto fu vittima di un incidente, reso fatale, come spesso accade, da una somma di fattori e concause, da decisioni sbagliate prese al momento sbagliato. Una distrazione, forse la mancanza di lucidità causata da uno stato d’animo non sereno e quella voglia di fare bene ciò per cui era in pista…ovvero andare sempre più veloce, di fare meglio di Didier.

Gilles fu vittima anche dell’acerba evoluzione della sua vettura, da quella maledetta piastra che avrebbe dovuto sorreggere il suo corpo e che invece si scollò miseramente portandocelo via...ma anche qui’, rimanendo cauti, anche se quella piastra avesse tenuto, non potremo mai sapere come sarebbe finita per Gilles, dopo quel terribile volo, di certo, si può solo pensare che il suo sacrificio, ha reso migliore la vita dei suoi colleghi in futuro.

E pensare che a volte il fato…è davvero beffardo, visto che quel volo lo fece anche Didier, quell’altro maledetto 7 Agosto del 1982…un volo talmente in alto che, vedendo le cime degli alberi, ebbe il tempo di pensare “sto per morire”…


E Per terminare questo mio pensiero/sfogo e tornando su quelle offese gratuite rivolte alla memoria di Didier, mi viene voglia di fare una sola domanda: è più “vergognosa” la vittoria di Didier ad Imola o scrivere epiteti come “infame”, “traditore”, e altre frasi peggiori come “l’ha pagata cara”, verso una persona di cui non si conosceva e non si conosce nulla della propria vita e verso la quale nessuno ha il diritto di giudizio?…e peggio...che non può più neanche difendersi?



Io direi di lasciare stare l’anima di Didier in pace una buona volta, anche perché mi piace pensare, che in una qualche dimensione parallela, i due stiano a guardarvi e a leggere certe assurdità, con Gilles corrucciato che mangia le sue amate patatine fritte e Didier che cerca di rasserenarlo dicendogli :-

”…lascia stare amico mio, lo sai, sono tifosi, forse un po’ infantili, però dai…oh questi ancora parlano di noi…ah vedi che ho visto Materazzi, mi ha detto “Didiè…dingill a Gill che ha chiamato “O Vecchio” e vuole che andiamo a cena da lui stasera…ah digli che gli fa trovare pure i suoi amati tortellini con la panna”

A Didier, Gilles e all’amico Nicola

 

Antonio Di Giacomo – Motor Stories

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