1 Agosto 1976: il rogo di Lauda
La gara parte sotto la pioggia, Niki parte male e retrocede in ottava posizione.
Subito però quasi tutti decidono, viste le condizioni in miglioramento, di fermarsi ai box e montare gomme da asciutto, tranne Mass che aveva optato di partire con gomme slick e Regazzoni che percorre ancora un giro con le rain. L'Austriaco esce dai box e complice forse la voglia di rimontare e le gomme ancora fredde, alla curva Bergwerk perde il controllo della sua Ferrari, che sbanda e finisce contro le rocce a bordo pista. Nell'impatto Niki perde il casco, la monoposto rimbalza in pista incendiandosi e viene investita da un'altra vettura.
Niki si ritrova nell'abitacolo rovente della sua Ferrari, circondato dalle fiamme e dai fumi tossici.
Si fermano a soccorrerlo i piloti Harald Ertl, Guy Edwards, Brett Lunger e Arturo Merzario, il quale sarà fondamentale per le operazioni di salvataggio.
Arturo si lancia tra le fiamme provando una prima volta ad avvicinarsi al relitto, ma le temperature sono altissime e deve indietreggiare, afferrando subito un estintore e farsi largo per poi rilanciarsi sulla Ferrari, aiutato da Ertl e Lunger che gli aprono la strada tra le fiamme con gli estintori.
Arturo prova a sganciare le cinture a Niki che però essendo sotto shock si agita e mettendole in tensione, non aiuta l'italiano, ma a causa dell'inalazione di fumi tossici l'austriaco sviene e rilassa il corpo, permettendo ad Arturo, che oltretutto è l'unico a conoscere il sistema di sgancio delle cinture Ferrari, avendo corso con la casa di Maranello, di sganciarle e in un momento di disperazione, con tutte le sue forze tira via Niki da quell'inferno aiutato anche da Edwards.
I colleghi portano lontano Lauda e lo stendono a terra, ma Niki è in ipossia e bisogna rianimarlo velocemente in attesa dell'ambulanza e così Arturo, ricordandosi di un corso fatto durante il servizio militare, gli pratica le prima manovre di rianimazione e respirazione bocca a bocca, per scongiurare danni al cervello.
Niki si sveglia e la prima cosa che chiede è: "Arturo com'è la mia faccia???" e il comasco risponde :"Stai bene Niki non preoccuparti"...ma ciò che Merzario ha davanti a se, è un'autentica maschera di sangue.
Trasportato poi in elicottero presso l'Ospedale militare di Coblenza, viene poi trasferito a Mannheim, Niki è in serio pericolo di vita, i fumi tossici inalati lo stanno avvelenando sempre di più, un malcapitato prete gli da l'estrema unzione, con Niki che lo manda senza mezzi termini a quel paese.
Niki infatti non ha alcuna intenzione di mollare e dopo numerosi e dolorosi interventi e trattamenti, dopo solo 42 giorni, con ancora le ferite aperte e sanguinanti, le palpebre ustionate, il "Robot con l'anima" si presenta a Monza, fa togliere parte dell'imbottitura al casco per non premere contro le tremende ferite e prende via al Gran Premio d'Italia...dove giunge addirittura in quarta posizione.
Antonio Di Giacomo - Motor Stories
Ho narrato questo episodio anche nel video-racconto dedicato ad Arturo Merzario e che trovate quì sotto. A proposito, ricordatevi di iscrivervi anche al canale YouTube di Motor Stories 👍
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